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User:Grigio60/Sandbox

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Venice: acqua alta in Piazza San Marco.

The term high water( acqua alta in italian) is a popular way of venetian people to indicate the execptional tide peaks occuring periodically in the northern region of the Adriatic Sea. Those peaks reach their maximum in the Venetian Lagoon, causing the partial flooding of the urban areas in Venice, Chioggia and even if quite less frequently also in Grado and Trieste. The phenomenon occurs mainly between fall and spring, where there is a combination with the winds hampering the regular reflux. The main winds contributing to this are the sirocco, which blows across the whole length of the Adriatic Sea, and the bora, which has a specific local effect due to the shape and position of the Venetian Lagoon.

Causes

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Satellite image of the Adriatic Sea, evidencing the long and narrow rectangular shape. This shape is at a basis of a natural obscilation wave along the minor axis (the so-called seiche). The obscillation has a period of 21 hours and 30 minutes and around 0.5 meters of amplitude at its extremities. This obscillation generates an additional tide contribution, so that eventually the tides in the Adriatic show a wider difference compared to the rest of the Mediterranean Sea.

In the common usage, the term high water indicates just the generic phenomenon. There are instead more rigorous technical definitions based on the actual tide level measured[1], using as a reference the hydrographic station located nearby the Basilica di Santa Maria della Salute:

  • intense tide when the measured sea level is between +80 cm and +109 cm with respect to the conventional zero level (defined as the "average sea level as measured during the year 1897");
  • very intense tide when the measured sea level is between +110 cm and +139 cm;
  • exceptional high water when the measured sea level reaches or exceeds +140 cm.

In general, the tide level is the combination of two main contributions:

  • The astronomical tide, linked to the movements of the celestial bodies, with the main contribution provided by the Moon and then with decreasing effects by the Sun and by the other planets, related to the geometric shape of the basin. This contribution is regulated only by the laws of the physical mechanics, therefore it can be computed and predicted with very high accuracy and with very large advance (years or decades).[2]
  • The meteorological contribution, linked to a large set of variable factors such as the direction and strength of the winds, the barometric pressure fields and their gradients, the precipitations and so on. All these factors are linked by complex relations and regulated by probabilistic laws, additionally they are subject to a very high dynamic, with changes that can be very fast. This contribution can be forecast only based on statistical models, with an approximate accuracy which further decreases very quickly as the forecast advance increases. The consequence is that the meteorological contribution can be evaluted and predicted with some reliability only with very short advance (hours or at most a few days). [3]

In addition, the Adriatic Sea show wider tide ranges than the rest of the Mediterranean Sea due to its basin shape [4]. In this kind of basin, there is a seiche phenomenon, i.e. a periodic wave with a fundamental obscillation period of 21 hours and 30 minutes and 50 cm of amplitude and with a second obscillation mode with an average period of 12 hours and 11 minutes [5][6]. These periods are comparable with the period of the astronomical tide and therefore overlapping with it. Since the astronomical tide is linked to the lunar and sola phases, the overlap effects is higher in occurance of new moons, plenilunes and equinoxes[2]. If, during these conditions, there is also strong sirocco blowing along the full length of the Adriatic Sea, the reflux is further hampered, thus magnifying the tide effects.

The specificity of the Venetian Lagoon

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Venice: fondamenta Venier flooded on 1 december 2008. The particular shape of the Venetian Lagoon and the negative effects of the subsidence, combined with the specific urban configuration, lead to huge impacts of the high water.

Sul litorale veneto, oltre alle suddette concause, producono effetti negativi sul deflusso delle acque anche i venti di bora, i quali, spirando dai quadranti nord-nordorientali, rallentano lo scarico idraulico delle lagune e dei fiumi. In particolare, nella Laguna Veneta, la bora, spirando attraverso le bocche di porto, può impedire al mare di ricevere l'onda di ritorno di marea, incrementando gli effetti del picco successivo[3].

A questo si aggiungono le coseguenze della realizzazione della zona industriale di Porto Marghera, la quale ha ulteriormente aggravato il fenomeno dell'acqua alta per diversi motivi: innanzitutto la maggior parte della zona industriale è stata ricavata bonificando vaste estensioni di laguna, precedentemente occupare da barene, ovvero da isolotti che sporgendo appena dall'acqua venivano allagati in caso di alta marea agendo da "vaso di espansione" e limitando l'escursione della stessa. In secondo luogo per permettere alle petroliere di raggiungere le banchine di scarico è stato scavato un profondo canale, il "Canale dei Petroli" che parte dalla bocca di porto di Malamocco e raggiunge la terraferma. Quest'opera ha aumentato considerevolmente la sezione della bocca di porto aumentando di conseguenza la quantità di acqua che entra in laguna.

Tuttavia Porto Marghera non fu l'unico intervento umano che ha contribuito a variare l'ampiezza media di marea. Tra i più rilevanti sono da citare[7]: la costruzione del Ponte Ferroviario (1841/46); l'estromissione dal bacino di Chioggia del fiume Brenta e la conseguente bonificazione di 2363 ettari di zone barenicole; la costruzione di dighe foranee (Porto di Malamocco, 1820/72; Porto di S. Nicolò, 1884/97; Porto di Chioggia, 1911/33); la costruzione del Ponte della Libertà (1931/33); la creazione della Riva dei Sette Martiri (1936/41); la realizzazione dell'isola artificiale del Tronchetto (superficie 17 ettari, 1957/61) e il raddoppio del ponte ferroviario (1977).

Vi sono infine altre cause naturali: la subsidenza, ossia lo sprofondamento naturale del terreno, accentuato significativamente dall'intenso emungimento delle acque di falda effettuato in passato per alimentare il polo industriale di Porto Marghera, e l'eustatismo, ovvero l'innalzamento del livello del mare, anch'esso accentuato negli ultimi anni dal riscaldamento globale del pianeta. Entrambi i fenomeni hanno reso la costa maggiormente vulnerabile alla marea.

Il centro previsioni e segnalazioni maree di Venezia calcola[1] in 23 cm la perdita totale di quota altimetrica della città dal 1897 (anno di definizione dello zero altimetrico), scomponibile nei seguenti contributi: cause naturali, +12 cm (9 di eustatismo e 3 di subsidenza); cause antropiche, +13 cm (subsidenza); recupero elastico, -2 cm.

L'acqua alta a Venezia

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Percentuali di allagamento a Venezia

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L'allagamento causato dall'acqua alta non è omogeneo in tutta la città di Venezia e dipende da vari fattori: le differenze altimetriche delle singole zone rispetto allo zero mareografico; la distanza da rii e canali; l'altezza delle rive e delle fondamente; la presenza o meno di parapetti pieni lungo le fondamente; la dislocazione dei tombini di scolo, che, essendo collegati direttamente ai canali, agiscono come sorgenti di allagamento.

A seconda del livello di marea è comunque possibile valutare la percentuale di allagamento della città[1]:

Stazione di rilevamento del livello di marea di Venezia - Punta della Salute (lato Canal Grande)
  • +90cm: 0,29%
  • +100cm: 3,56%
  • +110cm: 11,74%
  • +120cm: 35,18%
  • +130cm: 68,75%
  • +140cm: 90,19%
  • +150cm: 96,33%
  • +160cm: 99,27%
  • +170cm: 99,74%
  • +180cm: 99,86%
  • oltre +180cm: 100%

Metodi di rilevazione, segnalazione e controllo

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File:CentroMaree.JPG
Palazzo Cavalli, sede del Centro Previsioni e Segnalazioni Maree del Comune di Venezia.

Per la misurazione di riferimento dell'acqua alta ci si basa sull'altezza di marea rilevata dalla stazione ubicata alla Punta della Salute, alla quale è riferito anche lo zero mareografico. Infatti per convenzione a Venezia le altezze di marea sono riferite al livello medio del mare a Punta della Salute misurato nel 1897.

La città è dotata di un sistema di controllo dei livelli di marea con stazioni collocate in vari punti della laguna e anche in mare aperto (piattaforma CNR). Sulla base dei livelli osservati e dell'analisi delle previsioni meteo-marine il Centro Previsioni e Segnalazioni Maree del Comune di Venezia effettua la previsione di marea, in genere per le 48 ore successive. Detta previsione viene divulgata attraverso internet, stampa locale, quadri cartacei presenti in alcuni punti della città, alcuni punti "touch screen" collocati in genere presso edicole, un sistema di tabelloni luminosi e una segreteria telefonica con messaggi pre-registrati. In caso di pericolo d'insorgenza dell'acqua alta molti abitanti dei piani più bassi e gli operatori economici con attività a pian terreno ricevono un avviso telefonico, per permettere loro di predisporre paratie di protezione agli ingressi. È inoltre attivo un servizio di allerta gratuita tramite sms per tutti i cittadini iscritti al servizio.


Qualora il livello previsto eguagli o superi i 110 cm, con circa tre ore di anticipo sull'arrivo del picco di marea entra in funzione un sistema di sirene d'allarme posizionate in punti strategici, in grado di allertare l'intera popolazione. thumb|300px|right|Pannelli con la previsione di marea a Piazzale Roma. Foto scattata durante l'evento del 1 dicembre 2008. Dal 7 dicembre 2007 nel centro storico e nell'isola della Giudecca è entrata in funzione una nuova sirena elettronica che emette due suoni distinti: il primo per avvertire la popolazione dell'arrivo dell'acqua alta, il secondo per dare un'indicazione dell'altezza della marea prevista a seconda del numero di toni diversi emessi (>110 cm, >120 cm, >130 cm e >140 cm). Precedentemente invece la sirena era di tipo elettromeccanico ed il suo suono segnalava una marea superiore ai 110 cm; l'eventuale ripetizione avvisava di una previsione superiore ai +140 cm. Una terza ripetizione era associata alla previsione di superamento di quota +160 cm. Questo tipo di sirena è ancora utilizzato nelle isole della laguna, in attesa della completa sostituzione con il nuovo sistema. La nuova sirena è stata utilizzata per la prima volta nella notte tra il 23 e il 24 marzo 2008, per una previsione di marea (poi risultata esatta) pari a +110 cm.

Nei periodi di maggior frequenza del fenomeno si predispone un sistema di passerelle, ovvero tavole di legno appoggiate su supporti in ferro che creano percorsi "asciutti" per i principali snodi della città, garantiti fino ad un livello di marea di +120 cm, oltre il quale alcune passerelle potrebbero iniziare a galleggiare.

Da alcuni anni è in corso di realizzazione il progetto MOSE[8] che dovrebbe permettere la riduzione delle acque alte eccezionali per mezzo di barriere mobili ancorate al fondo delle bocche di porto della laguna ed azionabili attraverso un sistema pneumatico in modo tale da isolare la laguna dal mare durante il passaggio del picco di marea.

Statistiche

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[[Immagine:Acqua alta at Venice.jpg|thumb|300px|left|Venezia: turisti sulle passerelle in attesa di entrare in San Marco]] L'osservazione sistematica delle acque alte secondo metodi scientifici ebbe inizio nel 1872, per quanto alcuni studiosi[9] anticipino tale data al 1867 quando venne rilevata un'acqua alta eccezionale di +153cm. Fu infatti solo nel 1871 che venne realizzato il primo mareografo per il controllo delle maree a Venezia. L'istituzione incaricata di tali osservazioni era l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, essendo stato il Magistrato alle Acque soppresso dal governo italiano nel 1866[1]. Il mareografo fu installato presso il Palazzo Loredan in Campo Santo Stefano, sede dell'Istituto anche ai nostri giorni. L'Istituto curò le osservazioni fino al 1908, quando donò gli strumenti all'Ufficio Idrografico. Dopo l'alluvione del 1966 il Comune di Venezia istituì il primo servizio di osservazione delle alte maree[1], con il particolare compito di elaborare previsioni e diffonderle alla cittadinanza. Dal 1980 tale servizio prese il nome di Centro Previsioni e Segnalazioni Maree, che ha la responsabilità di raccogliere ed elaborare i dati a fini statistici, e di provvedere alla previsione delle maree, alla diffusione di detta previsione e alla segnalazione di eventi straordinari (acque alte o basse maree eccezionali) alla popolazione e agli enti competenti.

Eventi storici
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La prima testimonianza certa di estesi allagamenti nella laguna di Venezia è fatta risalire alla famosa Rotta della Cucca del 17 ottobre 589 narrata da Paolo Diacono[10], quando la contemporanea esondazione di tutti i fiumi compresi tra il Tagliamento e il Po trasformò l'assetto idrogeologico lagunare.

Per quanto riguarda la città di Venezia a sé stante, la prima descrizione certa[11] è relativa al 782, seguita dagli episodi dell'840, 885 e del 1102.

Nel 1110 l'acqua, accompagnata da una violenta mareggiata portò alla completa distruzione di Metamauco. Del 1240 si dice invece che "l'acqua invase le strade più che ad altezza d'uomo"[11]. Altri episodi sono narrati nel 1268, 1280 e 1282. Poi il 20 dicembre 1283, in cui si ritenne a commento Venezia "salva per miracolo"[11].

Ancora, poi, ci sono gli eventi del 18 gennaio 1286; l'episodio del 1297; quello del 1314; il 15 febbraio 1340; il 25 febbraio 1341; il 18 gennaio 1386; il 31 maggio e il 10 agosto 1410; gli eventi del 1419, del 1423, dell'11 maggio 1428 e del 10 ottobre 1430. Il 10 novembre 1442 "l'acqua crebbe 4 passi sopra l'ordinarietà"[11]. Ancora acque alte nel 1444 e 1445; il 29 maggio 1511; nel 1517; il 16 ottobre 1521; il 3 ottobre e il 20 dicembre 1535; nel 1543; il 21 novembre 1550; il 12 ottobre 1559 e nel 1599.

Il 1600 fu un anno caratterizzato da una frequenza particolarmente elevata di eventi, con allagamenti l'8, il 18 e il 19 dicembre, quest'ultimo probabilmente di portata notevole, in quanto oltre ad un'acqua altissima in Venezia, vi fu una mareggiata violentissima che "rotti eziando in più luoghi i lidi, entrò nelle ville di Lido Maggiore, Tre Porti, Malamocco, Chiozza, eccetera"[11].

Un altro evento di notevole portata si verificò il 5 novembre 1686: di questo evento, diverse cronache del tempo, di cui una redatta da uno studioso dell'epoca, riportarono in comune un dato accurato, misurabile e soprattutto credibile ("l'acqua arrivò al livello del pavimento esterno della Loggia [del Sansovino]", come avvenne nel caso dell'evento del 4 novembre 1966) che, analizzato tenendo conto anche dei fattori storici (la ricostruzione della Loggia in seguito al crollo del campanile di San Marco nel 1902 e la valutazione dell'abbassamento del suolo), porta a stimare un valore attualizzato pari a +254cm sul medio marino attuale [12].

Seguirono ancora fenomeni il 21 dicembre 1727; il 31 dicembre 1738; il 7 ottobre 1729; il 5 e il 28 novembre 1742; il 31 ottobre 1746; il 4 novembre 1748; il 31 ottobre 1749; il 9 ottobre 1750; il 24 dicembre 1792; il 25 dicembre 1794 e il 5 dicembre 1839. Infine vi sono gli eventi del 1848 (con 140 cm) e 1867 (con marea di 153 cm).

Dalle descrizioni dei cronisti si nota che alcuni di questi eventi non furono meno catastrofici di quello del 4 novembre 1966. Va tenuto però presente che le cronache ricordano quasi sempre solo gli eventi più imponenti ponendo l'enfasi più sull'impressione destata o sugli effetti macroscopici che non sull'altezza effettiva della marea, per altro indicata con misure che appaiono approssimative e spesso poco attendibili[11], mentre i fenomeni minori, al di sotto dei +120cm, probabilmente non furono considerati degni di menzione.

Acque alte eccezionali nel periodo 1923-2008
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Segni storici dei livelli massimi di marea raggiunti incisi su un muro perimetrale di Ca' Farsetti, sede del Comune di Venezia

Tutti i dati qui riportati sono stati rilevati dal Centro Maree[1] del Comune di Venezia. In ordine decrescente di livello, sono stati raggiunti i seguenti livelli:

Tutti valori sono stati registrati dalla stazione di Punta della Salute (Venezia) e sono riferiti allo zero idrografico del 1897.

Valori estremi di marea a Venezia nel periodo dal 1923 a oggi
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In condizioni normali la marea nella laguna di Venezia presenta escursioni di 60-70 cm su un periodo di circa 12 ore. I valori massimi rilevati a partire dal 1923 sono i seguenti (misure riferite allo zero mareografico):

Galleria fotografica

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Note

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  1. ^ a b c d e f "Venice Municipality - Tide Observation Center - Wheater and sea parameters and their statistics" (in Italian).
  2. ^ a b (it) Venice Municipality, Tide Observation Center - Astronomical tide
  3. ^ a b Venice Municipality, Tide Observation Center - The meteorological contribution
  4. ^ Introduction to Previsioni di Marea nell'Alto Adriatico (in italian), Venice, issue 29 of year 29, by Stefano Fracon
  5. ^ Stravisi, Franco: Caratteristiche meteorologiche e climatiche del Golfo di Trieste, Università degli Studi di Trieste, Dipartimento di Scienze della Terra.[1]
  6. ^ Polli, Silvio: Effetti meteorici, statistici e dinamici, sul livello dell'Adriatico settentrionale, Istituto Sperimentale Talassografico di Trieste. [2]
  7. ^ Ufficio Idrografico del Magistrato alle Acque, Venezia (1983). Il COMUNE MARINO a Venezia, ricerche e ipotesi sulle sue variazioni altimetriche e sui fenomeni naturali che le determinano (in Italian). Venice.{{cite book}}: CS1 maint: location missing publisher (link)
  8. ^ "Sal.Ve. Safeguarding Venice and its Lagoon" (in Italian).
  9. ^ Dorigo, Livio (1961). Rapporti Preliminari della Commissione di studio dei provvedimenti per la conservazione e difesa della laguna e della città di Venezia (in Italian). Venezia: Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti.
  10. ^ Paolo Diacono. Historia Langobardorum (in Latin). Vol. Liber III. p. 23.
  11. ^ a b c d e f Giordani Soika, A. Supplemento al vol. XXVII del bollettino del Museo di Storia Naturale di Venezia (in Italian).
  12. ^ Miozzi, Eugenio (1969). "Chapter XIII". Venezia nei Secoli (in Italian). Vol. Vol. III, La laguna. Venezia: Casa Editrice Il Libeccio. p. 513. Miozzi3. {{cite book}}: |volume= has extra text (help)

Bibliografia

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  • Miozzi, Eugenio (1969). Venezia nei Secoli (in Italian). Vol. Vol. III, La laguna. Venezia: Casa Editrice Il Libeccio. p. 513. Miozzi3. {{cite book}}: |volume= has extra text (help)
  • Davide Battistin (2006). La serie storica delle maree a Venezia (in Italian). Venezia: Centro Previsioni e Segnalazioni Maree. p. 208. {{cite book}}: Unknown parameter |coauthors= ignored (|author= suggested) (help)
  • Canestrelli, Paolo (1983). Uno schema empirico di facile uso per la previsione della marea a Venezia (in Italian). Venezia: Centro Previsioni e Segnalazioni Maree. p. 11. {{cite book}}: Unknown parameter |coauthors= ignored (|author= suggested) (help)
  • Giordani Soika, A. (1976). Venezia e il problema delle acque alte (in Italian). Venezia: Museo civico di storia naturale di Venezia. p. 120. {{cite book}}: Unknown parameter |cid= ignored (|ref= suggested) (help)

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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